L’assedio della fortezza di Konigsberg del 1945 – Massimo Facchini

L’assedio della fortezza di Konigsberg del 1945 – Massimo Facchini

L’assedio della città prussiana di Konigsberg ( oggi Kaliningrad in Russia) si svolse tra il 6 e il 9 aprile 1945 e costituisce uno degli episodi finali della guerra sul fronte orientale iniziata nel giugno 1941, ma va inserito nel più ampio quadro della offensiva sovietica in Prussia orientale che iniziò nel gennaio 1945 e si concluse nel maggio dello stesso anno con la resa delle truppe tedesche accerchiate in Curlandia; inoltre ebbe come ulteriore conseguenza la fuga e la successiva espulsione dei tedeschi dalla Prussia orientale e dai territori passati alla Polonia fino alla linea Oder – Neisse che costituisce l’attuale confine tedesco – polacco.
Questo assedio è uno degli episodi meno noti della seconda guerra mondiale e non ha avuto da parte degli storici una dovuta attenzione come invece è accaduto per la battaglia di Berlino e per l’assedio di Breslavia, ma per la popolazione e per i soldati di entrambe le parti esso evoca immagini di sofferenza e di dolore, una battaglia condotta casa per casa con i militari tedeschi tesi nello sforzo di proteggere l’evacuazione via mare dei profughi che erano li giunti da varie zone della Prussia orientale per sfuggire alla vendetta sovietica ed a tal proposito va messa in evidenza la grande opera della marina tedesca che, con l’Operazione Hannibal, riuscì ad evacuare nelle zone della Germania ancora libere e nella Danimarca , migliaia di profughi anche a costo di numerose perdite come dimostrano le tragiche vicende degli affondamenti delle navi passeggeri Wilhelm Gustloff e General von Steuben cariche di profughi, inoltre essa appoggiò con il fuoco dei cannoni delle sue navi le truppe di terra fino quasi alla fine della guerra.
Le fonti disponibili sono poche e si riferiscono ai racconti dei profughi fuggiti dalla città o dalle memorie di soldati tedeschi tornati dalla prigionia o di quelli sovietici inoltre la caduta della fortezza ebbe anche un valore simbolico perché pose fine alla quasi millenaria presenza germanica in quelle terre iniziata nel medioevo con l’arrivo dei Cavalieri Teutonici.

La città di Konigsberg: breve storia

Nel 1945 la Prussia orientale e la sua città capitale Konigsberg, cessarono di far parte del mondo germanico, gli abitanti fuggirono o furono espulsi, questa terra per secoli abitata da genti germaniche entrò a far parte dell’Unione Sovietica e la città assunse il nuovo nome di Kaliningrad: oggi rimangono ben poche tracce del passato prussiano perché la guerra e le autorità sovietiche lo
hanno voluto cancellare.
La presenza germanica era iniziata nel medioevo con l’arrivo dei Cavalieri Teutonici che iniziarono una spietata opera di cristianizzazione delle genti slave e baltiche del luogo; al loro seguito giunsero poi coloni provenienti da tutte le parti del Sacro Romano Impero Germanico oltre che dalla Olanda e dalla Scandinavia, la Prussia fu poi il centro motore che portò nel 1871 alla nascita dell’Impero tedesco e dai sui abitanti era ed è ricordata come la terra dalle scure foreste e dei laghi dalle acque cristalline.
I Laghi Masuri ad est della regione erano il dominio di animali selvaggi e gli abitanti del luogo chiamavano questi laghi gli Auglein (piccoli occhi), ma ciò che caratterizzava questi luoghi erano la solitudine e il silenzio in quanto le fattorie e i villaggi erano molti distanti fra loro così distanti che per parecchie miglia si sentiva solo il frusciare del vento fra le scure foreste e i campi di grano e i versi degli animali : era una vita, quella delle popolazioni, regolata dal ritmo delle stagioni e sembrava che nulla potesse turbare quella tranquillità, questi genti vivevano raccolte in comunità autosufficienti raggruppate intorno alla casa del signorotto del luogo, il famoso junker, che è diventato lo stereotipo del militarismo prussiano e poi tedesco ma che in realtà viveva della terra e del servizio allo stato seguendo quella che Federico il Grande considerava la migliore virtù prussiana ossia la nuchterkeit cioè la semplicità e la sobrietà.
La Prussia orientale aveva poche strade asfaltate che univano le grandi città come Konigsberg e Pillau al resto della Germania, la maggior parte della vie di comunicazione era costruita da sentieri sabbiosi che si perdevano nelle scure foreste , sembrava che tutto fosse rimasto al tempo del medioevo quando i cavalieri teutonici iniziarono una lotta fra il mondo slavo e quello germanico destinata a concludersi con la sconfitta di questo ultimo al termine della seconda guerra mondiale e la cancellazione di quel tragico e allo stesso tempo glorioso passato.
Ma la Prussia aveva visto già un altro conflitto quando la sua quiete fu turbata dagli scontri fra le armate del Kaiser Guglielmo II ° e dello zar di Russia Nicola II ° in quella occasione a Tannenberg nel 1914 i tedeschi si presero una tardiva rivincita per la sconfitta subita dai cavalieri teutonici nel 1410 ad opera di una coalizione polacco–lituana .
La costa della Prussia orientale era pittoresca e digradava dolcemente verso nord est dove si trovava la città di Memel (oggi Klaipeda n Lituania ), la Frishes Nehrung si estendeva dalla città di Danzica fino all’estuario del fiume Pregel , più a nord vi era la regione nota come Samland : della vecchia Konigsberg la moderna città di Kaliningrad (oggi appartenente alla Federazione Russa) resta poco tranne la tomba del filosofo Immanuel Kant, la cattedrale dove è sepolto Keplero e poi la fortezza dove è stata restaurata la torre nella quale il generale Otto Lasch firmò la resa della guarnigione tedesca nell’aprile 1945, tuttavia in tempi recenti è stato costruito un gasdotto sottomartino che dalla città ex prussiana arriva a Rostock in quella che un tempo era la Repubblica Democratica Tedesca , tutto ciò è dovuto al nuovo clima che si è creato dopo la fine della guerra fredda e la
caduta dei regimi comunisti nell’Europa orientale e anche ai solidi rapporti politici ed economici tra la Federazione Russa e la Germania unificata.
Konigsberg è sempre stata una città di frontiera , il limite estremo della espansione tedesca in terra slava e le sue mura e la fortezza furono costruiti proprio per difendersi dalle popolazioni del luogo che periodicamente di ribellavano ai loro dominatori germanici. Il nome della città (Collina del Re) deriva dall’alleato dei cavalieri teutonici il re di Boemia Ottocaro Przemysl noto come il “Re Fortezza”; la città fu costruita sul lato settentrionale dell’estuario del fiume Pregel in una zona paludosa che i cavalieri e i coloni germanici bonificarono nel corso del tempo e nella cattedrale Guglielmo I ° di Prussia vi fu incoronato Re di Prussia dopo essere diventato imperatore di Germania nel 1871.
Il castello era stato costruito su una piccola collina che dominava la città, la torre più piccola era
chiamata Spitzturm ma alla fine del 19 ° secolo non svolgeva più un ruolo militare e la città stessa si
era trasformata in un cento commerciale e sede di cantieri navali. La città era divisa in due da un
pittoresco lago, lo Schlossteich ( lago del castello) creato artificialmente dai Cavalieri Teutonici per
ridurre le piene del fiume Pregel, era attraversata da sette ponti ( il che fede ispirare il famoso
teorema matematico di Eulero secondo il quale nessuno di questi poteva essere percorso una sola
volta ma almeno uno di loro doveva esserlo per due volte), e i più famosi erano il Kramer Brucke e
il Grune Brucke che univano la Altstadt (la città vecchia ) con l’isola Keniphof al centro dello
Schlossteich.
La prosperità della intera regione decaddero alla fine della prima guerra mondiale in seguito alla
sconfitta tedesca, durante quel conflitto in terra prussiana si erano combattute le battaglie dei laghi
Masuri e di Tannenberg e città di Konigsberg era diventa sede di ospedali militari e di depositi di
rifornimenti. A seguito della sconfitta la Prussia orientale era stata separata dal resto della Germania
dal cosiddetto corridoio polacco che aveva il suo vertice nella città libera di Danzica , ma anche
nella città prussiana si ebbero episodi di guerra civile quando, nel 1919 si affrontarono il Freikorps
Gertschen Jager i marinai della locale flottiglia che si erano ammutinati e che furono sconfitti.
Anche la crisi degli anni venti ebbe dei riflessi sulla economia della regione nonostante l’opera di
uomini come Carl Goerdeler che fu poi uno dei congiurati del 20 luglio 1944 coinvolti nel fallito
attentato contro Hitler, ma anche i prussiani orientali alla fine furono soggiogati dal fascino
demoniaco del nazismo ed essi avrebbero pagato a un prezzo molto più alto dell’intero popolo
tedesco quella scelta con la perdita della loro terra e di molte delle loro vite.
Purtroppo fra gli abitanti originari di quelle regioni vi furono anche numerosi futuri criminali di
guerra che in nome del popolo tedesco compirono terribili crimini contro l’umanità: fra questi
vanno citati Erich Koch il gauleiter prima dell’Ucraina e poi della Prussia orientale che finì i suoi
giorni in una prigione polacca quando invece avrebbe dovuto seguire al patibolo i sui degni
compari; il colonnello generale della polizia Kurt Daluge capo della Ordnungspolizei che finì
impiccato a Praga nel 1947 e l’Obergruppenfuhrer delle SS Erich von den Back–Zelewsky che fu
l’artefice della repressione della rivolta di Varsavia nel 1944, ma che evitò il patibolo testimoniando
contro i suoi ex colleghi al processo di Norimberga; infine il famigerato Rudolf von Alvensleben
coinvolto nei massacri commessi dagli Einsatzgruppen delle SS in Russia. In questo insieme vi
furono però anche uomini che si opposero coraggiosamente al regime hitleriano come il già citato
Goerdeler, il tenente generale Henning von Tresckow, l’ex ambasciatore in Russia von der
Schulemburg e altri ufficiali appartenenti al 9° Reggimento di Fanteria di Potsdam erede delle
tradizioni dei reggimenti della guardia del Kaiser.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale non fu accolto con entusiasmo dai cittadini di
Konigsberg e della Prussia orientale così come era accaduto nel 1914 ed anche nella città furono
introdotte le tessere di razionamento e le carte annonarie nonché il coprifuoco.
Per il timore dei bombardamenti alleati vennero evacuati in Prussia orientale e nella città capoluogo
bambini provenienti dalle zone occidentali della Germania, ma le scorte di cibo furono sufficienti
per nutrire l’aumentata popolazione, inoltre i cantieri navali lavoravano a pieno ritmo per la
manutenzione degli u–boote e delle altre navi della marina da guerra, il che comportò l’arrivo di
prigionieri di guerra e di lavoratori stranieri.
Anche se il pericolo dei bombardamenti aerei sulla città sembrava remoto furono prese ugualmente
delle precauzioni con la costruzione di rifugi antiaerei sotto le cantine dei palazzi, nei sotterranei
della università e vicino alla cattedrale e vennero tenute esercitazioni di allarme aereo e di
oscuramento.
La città ebbe il suo primo serio impatto con la guerra a partire dalla primavera 1941, quando in
previsione della Operazione Barbarossa (attacco alla Unione Sovietica), truppe, carri armati e mezzi
vennero scaricati nel porto di Pillau o percorrevano le strade sabbiose che tagliavano le scure
foreste, mentre le truppe si fermavano di notte per riposare o in accampamenti improvvisati o nelle
fattorie e nei fienili
Aerei sovietici attaccarono Konigsberg il 23 giugno 1941 senza provocare danni ed essi non
tornarono a sorvolare la città fino alla fine del 1944 quando ormai la Luftwaffe aveva perso il
dominio dei cieli. Con il progredire della guerra anche la quantità e la qualità del cibo distribuito
decaddero inoltre la popolazione vide gli ospedali della città sempre più affollati di soldati tedeschi
feriti provenienti dal fronte russo e per supplire alla mancanza di manodopera nelle fabbriche e nei
cantieri arrivarono altri prigionieri di guerra in maggioranza francesi e lavoratori stranieri in gran
parte polacchi e ucraini.
A partire dalla estate 1941 Konigsberg fu considerata il principale punto di raccolta per le unità
dirette al fronte orientale inoltre furono create unità di vigilanza costiera formate da uomini troppo
vecchi per essere inviati al fronte, mentre la popolazione della città fu invitata a raccogliere abiti
invernali da inviare alle truppe al fronte.
A partire dalla estate 1943 gli ospedali cittadini furono sempre più affollati di soldati provenenti dal
fronte russo mentre il personale medico cominciava a scarseggiare, così come le scorte di
medicinali e materiale sanitario: la popolazione intanto era cresciuta per via dell’arrivo di molti
sfollati dalle zone della Germania sottoposte ai duri bombardamenti alleati, mentre furono costruiti
nei sobborghi della città e nelle vicinanze del castello dei campi per alloggiare i prigionieri di guerra
e i lavoratori stranieri, tali campi erano sorvegliati dalle SS che in varie occasioni si macchiarono di
crimini, questo mentre il cibo veniva ulteriormente razionato.
All’inizio del 1944 alla popolazione prussiana apparve chiaro che la guerra era perduta nonostante
ciò che diceva la propaganda, gli aerei alleati cominciavano sempre più spesso a sorvolare il cielo di
Konigsberg colpendo in vari casi i cantieri e le istallazioni militari così la città comincio ad
assumere lo stesso aspetto di tutte le altre città che da tempo subivano i devastanti attacchi aerei
alleati.
Per Konigsberg la fase finale e più tragica della sua storia si aprì alla fine del 1944 con la sconfitta
delle armate tedesche sul fronte orientale e cominciò anche l’odissea degli abitanti della Prussia
orientale che dovettero fuggire di fronte all’avanzata dell’esercito sovietico abbandonando
definitivamente la loro patria.
A livello internazionale il destino della Prussia orientale e di Konigsberg fu sancito dalla conferenza
di Teheran del novembre 1943 quando Stalin ottenne lo spostamento verso ovest dei confini della
Unione Sovietica fino al fiume Bug mentre i polacchi avrebbero ottenuto i territori tedeschi fino alla
linea Oder – Neisse che segna dal 1945 il confine tedesco- polacco prima con la Repubblica
Democratica Tedesca poi, a partire dal 1990, con la Germania riunificata sebbene fin dal 1972
l’allora cancelliere della Repubblica Federale Tedesca Brandt avesse riconosciuto quel confine in
virtù anche della ostpolitik che egli portava avanti. fu deciso inoltre che tutti i tedeschi sarebbero
stati espulsi dalla regione e questo accordo fu sanzionato definitivamente dalla conferenza di
Potsdam dell’agosto 1945.
I prussiani orientali non avevano idea del destino che li attendeva e: la loro fuga avvenne
principalmente tra il gennaio e il marzo 1945 in concomitanza con l’avanzata sovietica mentre
l’espulsione di quelli che erano rimasti iniziò nell’agosto dello stesso anno quando l’intera regione
venne incorporata nella Unione Sovietica e la città di Konigsberg assunse il nome attuale di
Kaliningrad.
Inizialmente la fuga fu spontanea a seguito dei racconti dei civili e dei militari tedeschi relativi alle
atrocità commesse dall’esercito sovietico ai danni della popolazione, mail momento più caotico vi
sarà nel febbraio 1945 quando si scatenò pienamente l’offensiva sovietica che porterà alla
successiva caduta della città di Konigsberg dopo un lungo assedio, si videro quindi lunghe colonne
di carri, i cosiddetti trecks (dal nome dei carri che i boeri olandesi usarono per la migrazione delle
regioni del Transvaal e dell’Orange nell’Africa meridionale) che si avventurarono nelle poche
strade lasciate libere dalle unità militari o in sentieri appena battuti , sotto temperature polari, essi si
dirigevano verso ovest in direzione di Danzica e di Gdansk portando con loro masserizie e il poco
della loro vita passata. In alcuni casi il loro viaggio si concluse tragicamente in quanto vennero
raggiunti dalle colonne sovietiche avanzanti che li depredarono di tutti i loro averi e spesso uccisero
molti dei profughi. La fuga fu però ritardata dalle autorità e si stima che nel periodo febbraio –
maggio circa 300.000 tedeschi fossero stati uccisi e altri 800.000 civili saranno espulsi dopo la
guerra.
Nella loro fuga i prussiano orientali furono seguiti da prigionieri di guerra alleati, specialmente
francesi e inglesi, che in molti case guidarono i carri, vi erano poi cittadini sovietici e dei paesi
baltici che avevano collaborato con le autorità tedesche e che temevano la inevitabile vendetta dei
loro compatrioti.
Pochi di questi profughi ebbero aiuto dalle unità della Wehrmacht e delle SS impegnate a
tamponare il fronte mentre lo avranno dalla marina da guerra: gli episodi più tragici di questa
vicenda si avranno quando queste colonne tenteranno di attraversare la Laguna ghiacciata (Frishes
Haft) una zona della costa baltica alla foce del fiume Vistola vicino alla città di Elbing: il ghiaccio
in alcuni punti cedette inghiottendo carri e persone e non lasciando scampo a coloro che erano finiti
nell’acqua gelata. Fu però la Kriegmsarine (marina da guerra ) tedesca che salvò il maggior numero
di profughi e militari portandoli in salvo nella Germania occidentale e in Danimarca.
Per ordine del grande ammiraglio Karl Donitz fu organizzata l’Operazione Hannibal che, tra il 21
gennaio e il 8 maggio 1945, vide il trasferimento di 900.000 profughi e 350.000 soldati feriti e non
di tutte le armi. I profughi e i militari provenivano dalla Prussia orientale, dalla Curlamdia e dal
corridoio polacco e chi si occupò in prima persona della organizzazione furono gli ammiragli
Kummetz e Engelhardt che utilizzarono circa 1080 navi di tutti i tipi, compresi corazzate tascabili e
incrociatori i quali utilizzarono i loro cannoni per bombardare la costa in appoggio alle unità
dell’esercito ed è ciò che fecero gli incrociatori Prinz Eugen, Admiral Hipper, Scheer e la corazzata
tascabile Lutzow ( ex Deutschland).
Il numero delle persone trasferite fu il triplo di quelle evacuate dagli inglese a Dunquerque nel
maggio 1940, le navi più piccole come i dragamine liberarono le rotte dalle mine lanciate dagli
aerei inglesi e in molti case ne abbatterono alcuni, mentre ciò che stupì i tedeschi fu il mancato
intervento delle navi pesanti della flotta sovietica del mar Baltico che pure disponeva di una forza
sufficiente per fermare o contrastare tale operazione.
I profughi e i militari furono trasferiti a Kiel , Amburgo, Brema e nella Danimarca e anche dopo
l’occupazione di queste zone da parte delle truppe inglesi il trasferimento continuò : coloro che
rimasero in Danimarca furono internati nel campo di Oksbol e successivamente trasferiti nella zona
britannica della Germania.
A partire dall’estate 1944 i giovani di Konigsberg delle classi 1926, 1927 e 1928 furono mobilitati
nella Luftwaffe come ausiliari della contraerea (Luftwaffe flakhelfer) o nella marina (Marinehelfer)
per la difesa dei porti di Pillau e di Memel ed a supporto dei profughi che in numero sempre
maggiore arrivavano nella città.
Il 25 giugno 1944 l’esercito sovietico lanciò l’Operazione Bagration che spazzò via il Gruppo di
Armate Centro tedesco e la città di Konigsberg rivide dopo molti anni gli aerei sovietici che la
colpirono pesantemente: il gauleiter Koch ordinò che tutta la popolazione venisse mobilitata per la
costruzione di difese contro l’avanzata sovietica, i bombardieri inglesi colpirono Konigsberg tra il
26 e il 29 agosto 1944 distruggendo parte delle installazioni navali ma essi avevano anche lo scopo
di fiaccare il morale della popolazione (il cosiddetto moral bombing), in quanto fondamentalmente
la città non sostituiva un serio obiettivo militare.
Dopo questa incursione il generale Hossbach ,comandante della 4 Armata tedesca, suggerì
l’evacuazione della parte orientale della regione prussiana ma Hitler rifiutò in quanto aveva
ordinato di difendere fino all’ultimo ogni metro di territorio tedesco.
Inoltre non fu permessa l’evacuazione via mare del Gruppo di Armate Nord intrappolato in
Curlandia:esso era formato da 26 divisioni e circa 200.000 uomini.
La sua composizione era:  XXVIII ° Corpo di Armata :31 Divisione Granatieri, Divisioni di Fanteria 21 e 30 e 61, 12 Divisione campale della Luftwaffe; 16 Armata 21 Divisione campale della Luftwaffe, 81 Divisione di Fanteria, Divisione ZBV 30 formata da quattro reggimenti di polizia estone; VI ° Corpo d’ Armata delle Waffen SS (lettone) :19 Divisione SS lettone, 24 Divisione di Fanteria, 12 Divisione corazzata; 18 Armata II ° Corpo di Armata : Divisioni di fanteria 263 – 30, 563 Divisione Volksgrenadier, 14 Divisione corazzata.

L’inizio della fine

Nel settembre 1944 fu decretata la formazione della Volkssturm (la milizia popolare) che doveva arruolare tutti i giovani non ancora chiamati alle armi e i vecchi tra i 50 e i 60 anni, ed anche in Prussia orientale furono formati dei battaglioni che vennero inviati al fronte ma il gauleiter Kock volle utilizzare le unità costituite a Konigsberg per costruire fortificazioni alla periferia della città. Il primo attacco sovietico alla città di Memel avvenne nell’agosto 1944 e molti profughi arrivarono in Prussia orientale, il 16 ottobre i sovietici lanciarono un massiccio attacco alla 4 Armata tedesca sul lato settentrionale del confine prussiano sfondando tre giorni dopo tra Goldap e Gumbinnen . La 4 Armata era allora formata da LV ° Corpo di Armata : 28 Divisione Jager, Divisione Fanteria 267, 203 Divisione di sicurezza, 562 Divisione Granatieri; XXXXI ° Corpo Corazzato : Divisione ZBV; VI ° Corpo di Armata : Divisioni di Fanteria 61 – 121 – 131, 10 Brigata ciclisti, 18 Divisione Granatieri corazzati ; Corpo di Cavalleria VIII ° Corpo di Armata ungherese Divisione Corazzata, 3 Divisione di Cavalleria , 711 Divisione di fanteria, 23 Divisione di Fanteria ungherese, 1 Fallschirmpanzer division Hermann Goring. La città mostrava sempre più i segni della guerra, i viveri e le medicine scarseggiavano e il numero di feriti aumentava sempre di più, la popolazione cominciava a temere i sovieitici e non credeva più  alla propaganda mentre le unità della Volkssturm continuavano ad erigere fortificazione e costruire trincee alla periferia.

L’offensiva sovietica in Prussia orientale cominciò il 13 gennaio 1945 dopo una accurata pianificazione con l’obiettivo di separare la regione dal resto del Reich e puntare poi a Berlino: questo attacco si concluderà il 25 aprile con la resa di Konigsberg e la occupazione di tutta la regione oltre che con la fuga e successiva espulsione dei tedeschi rimasti. L’offensiva venne condotta dal 3° Fronte Bielorusso che intendeva marciare lungo le rive del fiume Pregel fino ad accerchiare Konigsberg e impedire l’utilizzo del porto. A quel tempo il 3 ° Fronte Bielorusso era composto da: 5 Armata : 9 divisioni di fanteria, una divisione di artiglieria, una divisione contraerea, una brigata anticarro, due brigate corazzate e una brigata lanciarazzi oltre a unità varie di supporto; 11 Armata della Guardia :9 divisioni di fanteria, due divisioni antiaeree, un corpo corazzaton con carri T34/85 e Stalin II, una brigata di artiglieria, una brigata lanciarazzi, una brigata anticarro e unità varie di supporto; 31 Armata . 8 divisioni di fanteria, una divisione antiaerea, una brigata di artiglieria pesante,una brigata anticarro, una brigata carri con T34/85; 5 Armata Corazzata della Guardia : due corpi corazzati e una divisione antiaerea; 1 Armata Aerea: sei divisioni di bombardieri medi, otto divisioni di aerei da caccia, quattro divisioni di aerei da attacco al suolo con Il -2 Schturmovick, una divisione di bombardieri notturni;  vi erano poi in supporto tre divisioni di cavalleria, tre divisioni di artiglieria pesante, una divisione ai artiglieria antiaerea, un corpo d’armata meccanizzato ed una brigata lanciarazzi. 

Il 3° Fronte Bielorusso aveva l’appoggio del 1° Fronte del Baltico composto da: 4 Armata d’urto ; 83° Corpo d’Armata di Fucilieri ; Corpi di Armata Fucilieri della Guardia n 2- 22 – 23 – 103 ; 43 Armata; 1° – 6° – e 92° Corpi d’Armata di fucilieri; 1° Corpo d’Armata Corazzato ; 3 Armata Aerea L’obiettivo delle unità sovietiche era la distruzione delle forze tedesche lungo la linea Tilsit – Insterburg ad est di Konigsberg che doveva essere poi assediata e conquistata. Alle armate sovietiche si opponevano oltre alla 4 Armata la 3 Armata Corazzata tedesca che allora era formata da : XXXII ° Corpo di Armata: 281 Divisione di Fanteria, Divisione da Fortezza Stettin, 549 Divisione Volksgrenadier, Kampfgruppe Voigt; XXXXVI ° Corpo di Armata Corazzato: 389 e 227 Divisioni di Fanteria, 4 Divisione Corazzata, Sperrbrigade 1 (Brigata di sbarramento) ; III° Corpo d’Armata Corazzato delle Waffen SS (germaniche ): 103 Battaglione carri pesanti SS su Konigstiger, 28 SS Freiwilligen Division Wallonien, 27 SS Freiwilligen Granadier Division Langemarck, 23 SS Freiwilligen Panzergrenadier Division Nederland ; X° Corpo di Armata Waffen SS : 5 Jager Division, 163 Divisione di Fanteria .

Il 12 gennaio 1945 iniziò l’offensiva finale con le armate sovietiche che si mossero verso la Vistola, il 3 ° Fronte Bielorusso attaccò il 13 gennaio tra Gumbinnen e Insterburg in una atmosfera nebbiosa e con le strade coperte di ghiaccio e neve alta: la popolazione prussiana cadde nel panico e si preparò a fuggire nonostante i divieti del partito nazista con temperature a – 20 gradi, le colonne di profughi si diressero verso Konigsberg e il porto di Pillau ma non tutti vi riuscirono in quanto alcuni furono raggiunti dalle colonne corazzate sovietiche e ne subirono la furia e la sete di vendetta, nella loro marcia essi erano accompagnati da prigionieri di guerra, in maggioranza francesi, che spesso si posero alla guida dei carri e che non si fidavano molto dei sovietici dopo aver sentito molte storie raccontate loro da lavoratori polacchi e ucraini.
Il 3 Fronte Bielorusso lanciò il suo principale attacco in direzione di Pilkannen e Insterburg tuttavia il 16 gennaio la 3 Armata Corazzata tedesca riuscì a lanciare un contrattacco che bloccò l’avversario fino al 20 gennaio, poi dovette cedere a causa delle forti perdite e ciò permise ai sovietici di raggiungere Tilsit dove spazzò via le residue unità della Volkssturm.
Il 21 gennaio i sovietici raggiunsero Tannenberg dove era stato eretto il memoriale in ricordo dalla vittoria tedesca sui russi dello zar nel 1914, ma a quel tempo le bare del feldmaresciallo Hindenburg della moglie erano state trasferite ad occidente ed i genieri tedeschi avevano provveduto a far saltare il tutto, quindi i sovietici trovarono solo rovine.
Intanto a Konigsberg giungevano sempre più profughi che intendevano imbarcarsi sulle navi tedesche verso ovest, il 22 gennaio i sovietici avevano occupato Insterburg ed il giorno successivo la 5 Armata Corazzata della Guardia arrivò ad Elbing sul lato meridionale della Frischess Haff che venne occupata totalmente il 24: questo significò che la Prussia orientale era tagliata stata separata dal resto del Reich.
In quel momento nella zona erano presenti i resti delle divisioni della 2 Armata tedesca ossia : 31 Divisione Volksgrenadier, 4 Divisione di Polizia SS, 7 Divisione Corazzata, 83 Divisione di Fanteria, 4 Divisione Corazzata, 252 Divisione di Fanteria, 12 Divisione Campale della Luftwaffe, 18° Corpo d’Armata da Montagna (Gebirgskorps): 7 Divisione Alpina, 26° Corpo di Armata, 5 Divisione Corazzata, resti della 561 Divisione Volksgrenadier, Divisioni di Fanteria 21- 1 – 58, 28 Divisione Jager , 9° Corpo di Armata, Divisioni di Fanteria 94 – 95 -14, 551 Divisione Volksgrenadier, gruppo tattico corazzato del Corpo di Armata Corazzato Grossdeutschland, 50 Divisione di Fanteria, 6° Corpo di Armata Divisioni di Fanteria 129 -170 – 69 – 367 , 548 Divisione Volksgrenadier, 10 Brigata Jager,
Divisioni Volksgrenadier 542 – 377, Divisioni di Fanteria 73 e 389, resti della 2 Fallschirmpanzerdivision Hermann Goring, 24 Divisione Corazzata, Divisioni di Fanteria 292 – 131 – 56, 562 Divisione Volksgrenadier.
Queste unità raccogliticce non riuscirono a fermare l’avanzata sovietica che proseguì verso Braunsberg intrappolando i tedeschi nella sacca di Heligenbeil, ma nessuno a Konigsberg sapeva realmente cosa accadeva mentre continuava la fuga dei prussiani verso occidente ma il 26 gennaio i sovietici erano giunti alle porte della città.

Fortezza Konigsberg

Alla fine del gennaio 1945 la città ospitava circa 300. 000 profughi che si affollavano insieme ai soldati fra le rovine e sotto le cantine degli edifici e del porto, molti animali che erano stati utilizzati per trainare i carri furono uccisi sia per l’impossibilità di nutrirli, sia per ricavare cibo per la popolazione. In quel periodo le difese della città consistevano in una serie di mura difensive, forti , bastioni ed altre opere costruite tra il 1626 e il 1859: la prima e la seconda cintura difensiva erano state erette durante la guerra svedese – polacca tuttavia la seconda linea era in cattive condizioni, ne fu costruita una terza che comprendeva dodici bastioni, tre rivetti, sette terrapieni e due fortezze circondati da un terreno lasciato appositamente paludoso, esistevano dieci porte in mattoni che servivano per attraversare le cinture difensive e vi erano poi dei ponti mobili.
Le fortificazioni erano diventate largamente vulnerabili al fuoco di artiglieria tuttavia furono riattivate in tempo per l’assalto sovietico esse erano: Bastione Astronomico nominato così perché si trovava in prossimità dell’osservatorio astronomico:
dopo la guerra i sui resti furono demoliti e vi vennero costruite le caserme per i reparti antisommossa russi (OMON);
Forte Bronsart ( Bronsart bei Mandhein) costruito negli anni 1975-80 che portava il nome del generale Paul Bronsart von Schellendorf: oggi è in buone condizioni Torre Dohna (Dohna Turm) l’ultima ad arrendersi costruita nel 1858 e dedicata a Friedrich
Ferdinand Alexander zu Dohna Schlobitten oggi è in buone condizioni ed ospita un museo Forte Federico Guglielmo I ° pesantemente danneggiato e mai restaurato era il più grande della città Forte Gneisenau dal nome del generale prussiano dei tempi di Napoleone pesantemente danneggiato e mai restaurato Bastione Grolmann Cittadella di Pillau costruita nel 17° secolo Forte Stein Forte Bannnekow
Vi era poi il castello costruito ai tempi dei cavalieri teutonici che fu distrutto totalmente dal bombardamento inglese dell’agosto 1944 ma le cui rovine servirono come opere di difesa, dopo la guerra i suoi resti furono totalmente eliminati
Quando la città fu completamente isolata gli aerei sovietici incominciarono a volare a bassa quota colpendo qualunque cosa si muovesse uomini o mezzi e provocando perdite numerose fra i civili, la temperatura era scesa a -28 gradi, il cibo e il carburante erano sempre più scarsi e l’artiglieria sovietica aveva iniziato un bombardamento continuo.
Per le successive dieci settimane nonostante l’accerchiamento sovietico i forti esterni rimasero in mano ai tedeschi che anzi riuscirono a far arrivare alla popolazione un minimo di rifornimenti, intanto le SS e la polizia militare continuavano la caccia agli uomini validi e ai disertori: chi si rifiutava di andare in linea veniva immediatamente giustiziato, mentre molti soldati stanchi chiedevano ed ottenevano dalla popolazione degli abiti civili con la speranza di nascondersi fra i profughi e fuggire da quell’inferno.
Il generale Otto Lasch fu nominato comandante della Fortezza Konigsberg il 5 febbraio 1945 egli cercò con tutti i mezzi di porre ordine nel caos che si era creato ordinando il raggruppamento di tutti i soldati sbandati e obbligando i giovani di 16 anni ad arruolarsi nella Volkssturm: chi rifiutava rischiava la condanna a morte.
Konigsberg era una delle città designate da Hitler come fortezza e la guarnigione aveva l’ordine di difenderla fino all’ultimo uomo, Lasch installò il suo comando nella Paradeplatz e da qui cercò di organizzare la difesa sebbene fosse a corto di truppe avendo a disposizione soli i resti di quattro divisioni oltre a unità sparse delle SS e della polizia militare, fu per questo che obbligò i giovani della Hitlerjugend ad aggregarsi alle unità militari: vi erano poi 10.000 soldati della 4 Armata feriti leggermente ed anche a questi fu ordinato di ritornare in prima linea pena la morte, inoltre alle unità della Volkssturm venne imposto l’obbligo di consegnare parte delle armi alle unità regolari e di costruire ulteriori fortificazioni all’esterno della città comprese tane di volpe, campi minati e sbarramenti di filo spinato.
La linea principale di difesa fu creata unendo i dodici forti , rafforzando quelli più interni e utilizzando anche le rovine del castello, inoltre vennero fortificare le rive del fiume Pregel. Il 20 febbraio 1945 si concluse il primo assedio della città che fu spezzato dalle unità tedesche le quali rioccuparono la penisola di Samland, mentre la guarnigione della città ricatterò il sobborgo di Metgehem e fu qui che i soldati tedeschi ebbero una ulteriore prova della vendetta sovietica che si era abbattuta sulla popolazione civile.
Nelle successive tre settimane altre migliaia di civili e militari tedeschi feriti lasciarono la città in direzione di Pillau sotto il costante bombardamento aereo e di artiglieria sovietico e nella città stessa sembrava essere tornata una apparente normalità: furono riattivati la luce e il gas ma era solo la quiete che precedeva la tempesta in quanto a metà marzo i sovietici cominciarono a preparare l’assalto finale che ritenevano sarebbe stato uno dei più difficili dai tempi di Stalingrado e fu per questo che vennero creati dei gruppi misti di fanteria e carri armati appoggiati da squadre di guastatori e da pezzi di artiglieria , si prevedeva un combattimento casa per casa: questa stessa tattica sarà poi utilizzata durante la battaglia di Berlino. La ricognizione aerea aveva mostrato la solidità delle difese tedesche e fu per questo che l’operazione fu pianificata in tre fasi : la distruzione dei resti della 4 Armata tedesca, l’attacco alla città vera e propria e la eliminazione di tutte le forze tedesche nella penisola di Samland.
Ormai i tedeschi a Konigsberg attendevano solo l’attacco finale che iniziò il 13 marzo 1945 quando il 3° Fronte Bielorusso sfondò a sud della città spingendo la 4 Armata tedesca fino alle rive del mare, poi i sovietici diressero il loro attacco contro la città sottoponendola ad un furioso bombardamento di artiglieria ed aereo contro le fortificazioni più esterne, le truppe di fanteria si
mossero il 6 aprile con l’appoggio di carri armati e lanciarazzi oltre che con gli aerei che mitragliavano a bassa quota. I sovietici impiegarono 137.000 uomini, 530 carri armati e 2400 aerei, ad essi si opponevano 35.000 tedeschi con 50 carri armati tra Panther e Konigstiger delle Waffen SS, ma mentre i sovietici erano bene armati i tedeschi mancavano di armi e munizioni ed inoltre le loro unità erano solo i resti di quelle che avevano sopportato il peso degli attacchi avversari fin dall’ottobre del precedente anno, inoltre le comunicazioni fra i reparti tedeschi erano difficili e i civili spesso ostacolavano i loro movimenti.
Dopo tre giorni di furiosi combattimenti casa per casa con perdite notevoli da entrambe le parti i sovietici sfondarono e fu allora che Lasch si rese conto che la resa era inevitabile nonostante gli ordini di Hitler, egli voleva risparmiare ulteriori sofferenze sia ai suoi soldati che ai civili i quali sempre più spesso mettevano delle bandiere bianche sui muri diroccati delle case e chiedevano ai
soldati di arrendersi arrivando anche a sparare sulle SS e la polizia militare: le unità della Volkssturm cominciarono a disintegrarsi man mano a mano che i sovietici avanzavano fino a che questi giunsero al centro della città.
Alcuni uomini di una divisione corazzata tedesca difesero per qualche tempo la zona di Gross Friedrichsberg dove il gauleiter Koch aveva costruito la sua villa estiva: qui i soldati della Heer trovarono notevoli quantità di cibo e munizioni e la loro furia contro il partito nazista si accrebbe quando un reparto di SS cercò di ottenere a forza una parte delle munizioni: i soldati reagirono e spararono loro contro. Fu a quel punto che le Waffen SS si resero conto dell’odio che avevano suscitato fra i soldati dell’esercito e quindi si ritirarono per evitare ulteriori guai.
Il 7 aprile la battaglia raggiunse il suo culmine con gli aerei sovietici che attaccavano a bassa quota provocando ulteriori perdite fra i civili, mentre gli ospedali erano sempre più affollati sebbene ormai fossero a corto di medicinali e bende di stoffa che furono sostituite da quelle di carta .
L’otto aprile i sovietici attraversarono il fiume Pregel tagliando in due il centro della città e così anche le autorità naziste si resero conto che la resa era vicina, fu contattato il generale Lasch affinché iniziasse trattative con i sovietici, si cerò di organizzare un ulteriore evacuazione di civili verso il porto ma fu un fallimento, ormai il 90 % della città era distrutto. La resa fu firmata il 9
aprile 1945 dal generale Lasch che Hitler condannò a morte in contumacia mandando in campo di concentramento la sua famiglia; al momento della resa vi erano ancora circa 35.000 soldati tedeschi,
15.000 lavoratori stranieri e oltre 100.000 civili. Tuttavia un piccolo gruppo si SS e soldati della polizia militare resistettero per altri tre giorni fra le rovine del castello e della università fino a che non furono tutti eliminati: solo allora Konigsberg fu definitivamente in mano ai sovietici.
La mattina del 10 aprile 1945 i sovietici ordinarono a tutti i civili di radunarsi nella piazza principale mentre la NKVD dava la caccia agli sbandati tedeschi e ai disertori sovietici rimasti nascosti fra le rovine: i civili furono divisi in gruppi e mandati nella penisola di Samland mentre si concludeva anche il dramma di Pillau che resistette fino al 26 aprile 1945. La resa significò sia per i civili che per i militari la deportazione in campi di lavoro nell’Asia centrale o in Siberia da cui ben pochi ritornarono.
Dopo la fine della guerra la russificazione della città iniziò subito con il cambio di tutti i nomi tedeschi sostituiti con quelli scritti in cirillico, nell’inverno successivo sulla città si abbatté una epidemia di tifo e vaiolo che aggravò ulteriormente la già tragica situazione della popolazione civile, ormai tutta la ex Prussia orientale era divenuta parte della Unione Sovietica e Konigsberg assunse il nome di Kaliningrad: i primi cittadini sovietici arrivarono nella estate del 1946 e i tedeschi rimasti furono espulsi tutti entro il 1947: i resti del castello furono rasi al suolo così come quelli della università e ben poco rimase del passato tedesco.
Dopo la fine della guerra fredda e la caduta della Unione Sovietica Kalinigrad e tutta la ex Prussia orientale furono separati dal resto della Federazione Russa per via della indipendenza delle repubbliche baltiche e quindi dovette sopportare una notevole crisi economica, inoltre circa 500 villaggi un tempo abitati dai tedeschi rimasero abbandonati. Negli ultimi anni in virtù del nuovo
clima politico internazionale e dei più forti legami politici ed economici tra la Germania unificata e la Federazione russa circa 10.000 tedeschi sono ritornati definitivamente nella terra che era stata loro per generazioni: non esistono memoriali ne tedeschi ne russi a ricordo di quella battaglia, ne vi sono cimiteri militari tedeschi questo perché i sovietici dopo la guerra intesero cancellare ogni traccia del passato tedesco che ai loro occhi rappresentava una immagine di distruzioni e morte.

Conclusione

La battaglia di Konigsberg costituisce uno degli episodi finali e più tragici della seconda guerra mondiale ma va inquadrata nelle vicende del fronte orientale che fu quello in cui si combatterono le maggiori e più sanguinose battaglie del conflitto.
Per verità storica le violenze subite dalla popolazione tedesca vanno forse viste come una ritorsione per quelle commesse dalle armate hitleriane in terra sovietica, ma non vanno comunque giustificate sebbene per comprenderle occorre calarsi nella logica di quel tragico tempo quindi si lascia al lettore la libertà di trarre le sue conclusioni, si è cercato di esporre i fatti il più accuratamente possibile nonostante la scarsità delle fonti

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